Partecipazione alla mostra premio Mentana in Florence ...itinerario tassello del grande mosaico

17.01.2016 14:48

16/01/2016

 

Sono partita da sola, non perché non volessi qualcuno con me, ma per potermi relazionare liberamente con le mie emozioni.

La più forte è stata, comunque, la serenità. Temevo le vecchie compagne di strada pronte a farmi lo sgambetto: dubbio, incertezza, critica, incompletezza, scoordinazione…e invece ho vissuto una grande serenità. Come una pace dolce alla fine di un lungo tragitto impervio, fitto di tranelli, equivoci, specchi truccati riflettenti disvalore.

Ho percorso la strada che dalla stazione di S. Maria Novella conduce a Piazza Mentana passando attraverso il magnifico centro di Firenze. Molti ricordi d’infanzia mi hanno tenuto lo strascico, in realtà.

La mia scorta armata. Ricordi, volti colloqui e tante, tante immagini.

Firenze, cuore pulsante dell’arte, la Cattedrale, il Campanile, il Ponte Vecchio…gli Uffizi.

Ricordi dei tempi dell’Accademia; il grande orizzonte della cultura: il Rinascimento.

…Cammina cammina, con lo zaino sulle spalle doloranti sopra un vestito più o meno elegante…mi sento pronta.

La mia età indefinita comprende ogni stagione. Dentro di me le mie parti bambine, la giovane artista ricomposta, la donna matura e dolorante, l’atleta energica e combattiva, capace di generare.

Cammina cammina passo attraverso la Loggia del del porcellino e penso a mia madre, che da piccola mi portava a spasso per questa città con i miei zii. Angiolino (Angiolo Profeti) lo zio atleta olimpionico, gigante buono, nato a Castelfiorentino, ci coccolava mostrandoci la bellezza della sua amata città.

Anche lui mi è a fianco e simbolicamente mi protegge con la sua mole imponente.

Ricordi sparsi, radunati, tenacemente raccolti. Immagine ricostruita di una identità “sensibile”, non esattamente fragile.

Parto sola e arrivo sostenuta e scortata da tutta la mia storia, da tutte le esperienze e persone che mi hanno forgiata, con cui ho fatto pace.

Espongo due quadri a me molto cari. Attraverso i quali esprimo le mie conquiste esistenziali, la mia indagine storica, umana: gestazione di significato, parto duro e difficile di un frammento di infinito.

Geometria frattale del cosmo.

“Offerta sospesa”…drappo di raso verde, simbolo di sensuale femminilità…appunto sospesa.

Donna che regge, attende l’evolversi della storia, tenta di offrire il proprio valore, l’intero mistero di una singola vita dispersa tra tempo e infinito, presente e oblio della memoria.

“Nodo azzurro”…morbido velluto stretto intorno ad un appiglio fragile. Dubbi, domande, significati da sciogliere, disvolgere, comprendere…

Arrivo e li vedo, incontro persone, condivido con loro tutta la fatica dell’essere qui, dell’avere voluto e cercato il senso dell’espressione artistica. Capisco di essere pronta, concreta, completa nel mio limite.

Pronta ad affermare l’ineludibile esigenza di imprimere sulla roccia del tempo l’impronta della mia mano e porto con me anche loro, quelle anime lontane che hanno voluto tracciare nell’esistenza

“ lievi solchi

di un breve ancoraggio

malfermo

e scorporato”

Dalla poesia: ”Nomadi segni”

 

Ringrazio la Sig.ra Giovanna Laura Adreani per avermi compresa ed incoraggiata, le sue collaboratrici Paola Neri, Dott.ssa Daniela Pronestì.

Il maestro Domenico Viggiano che hanno organizzato questa mostra e contribuito ad arricchire il meraviglioso panorama dell’arte.

Splendido teatro su cui l’uomo rappresenta il Divino di cui è fragile, tenera immagine.